A inizio 2020 abbiamo collaborato con ADA nell’organizzazione della residenza a Faenza di Urara Tsuchiya, artista giapponese che vive e lavora a Glasgow. Abbiamo individuato il FACC di Faenza come spazio dove produrre una ampia serie di nuovi lavori in ceramica, oltre a far incontrare Urara con diverse realtà produttive ed artistiche del territorio, tra cui il Museo Carlo Zauli che ha ospitato la  presentazione di un suo video.

Gran parte delle opere esposte sono state oggetto della mostra personale dell’artista presso la galleria ADA a Roma, inaugurata il 25 marzo, dal titolo Homebound.

Homebound è nato originariamente come un progetto di mostra per il quale sono stata invitata in Italia, in residenza a Faenza, per produrre una nuova serie di opere. 

Sono stata a Faenza nei mesi di gennaio e febbraio e poi sono brevemente rientrata a Glasgow. Proprio quando sono tornata in Italia, a marzo, per terminare la produzione ed allestire la mostra a Roma, la pandemia da COVID-19 stava iniziando a diffondersi e tutto ha dovuto fermarsi. Sono quindi rimasta a Faenza durante il lockdown, dove mi trovo ancora adesso, dopo molti mesi…

Durante il periodo di quarantena ho deciso di realizzare oggetti in ceramica ispirati alla dimensione domestica – tra cui mocio, secchi, prodotti per la pulizia, spazzolini da denti e copie di biancheria intima, acquistata a poco prezzo dal mercato locale. Per cercare di restare calma mi sforzavo di leggere notizie che non riguardassero persone decedute in situazioni disperate, così ho saputo del panico generato dalla carenza di carta igienica in Giappone, Germania ed America.

L’albero – una delle opere – era sfortunatamente esploso al momento della cottura e, ispirandomi a quanto avevo letto, ho deciso di improvvisare, trasformando il buco in una grotta con degli orsi, intenti ad ammassare rotoli di carta igienica. Un mio amico mi ha chiesto se ne stessero facendo scorta… Allo stesso modo ho aggiunto la mascherina ad una delle figure nude che animano le bowls – nonostante non stiano certamente osservando il distanziamento sociale.”