(…) Ciò che traspare dalle opere di Sveva è un’atmosfera ludica e poetica dai rimandi a passati remoti che accomunano i ricordi di tutti. Il gusto ironico e a tratti provocatorio, incuriosisce lo spettatore lasciando spazio a svariati gradienti di lettura; quest’ultimi infatti ci trasportano da un primo stadio di superficiale ammiccamento verso un espediente estetico o un ricordo giocoso e infantile, ad una presa di coscienza riflessiva e a volte angosciante. I media espressivi sono disparati ma il linguaggio è universale, infatti tutti ci riconosciamo nel suo lavoro poiché ci ricorda le nostre frivolezze e allo stesso tempo le nostre profonde insicurezze.
L’artista ha un approccio empirico verso la sua ricerca e questa metodologia dà luogo a configurazioni formali diverse: dalla fotografia, al racconto, dal video alla percezione sensoriale, dall’audio all’illuminazione. A tenere le redini di tanta versatilità sono l’approccio progettuale analitico, l’osservazione inquisitiva e l’attinenza al contesto. Lo studio delle relazioni tra gli individui, portato avanti dall’artista, dà origine inoltre ad un frequente utilizzo del linguaggio e della simbologia, molte delle sue opere infatti sono caratterizzate dall’utilizzo della parola espressa sotto forma grafica, sonora, fotografica e interpretativa. Nel processo progettuale inoltre, l’investigazione dell’artista non termina con la presentazione dell’opera nella sua concretizzazione, bensì attende il suo ultimo step di compimento ovvero la relazione con il fruitore.